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« Risposta #280: 03 Dicembre 2011, 09:09:30 »

Sono felice che tu abbia questi intenti!  Sorriso

Mi dai una buona mano a chiarire i dubbi più comuni così facendo...

Allora... facciamo 2 esempi riferiti all' utilizzo di un subwoofer a singola bobina ed uno a doppia bobina!
Mettiamo per ipotesi che le impedenze siano rispettivamente 4 e 4+4 ohm, che entrambi gestiscano 500 Wrm (250+250 per il doppia bobina) e che abbiano dei parametri elettroacustici simili e che permettano di lavorare in box dello stesso litraggio ed accordo... attenzione che sto semplificando moltissimo le cose!!!

Bene... il monobobina potrà prevedere un unico collegamento ed offrirà all' amplificatore un carico di 4 ohm, carico di assoluto relax per la quasi totalità di amplificatori per usi car (qualsiasi ampli stereofonico configurato a ponte può reggere questo carico...)

Il doppia bobina invece può prevedere 3 collegamenti diversi: bobine separate, bobine in serie e bobine in parallelo.
Con le bobine separate è necessario utilizzare un finale a 2 canali (o 2 monofonici) ma occorre che il segnale fornito alle due bobine sia perfettamente identico e quindi monofonico, se fornissimo un segnale anche leggermente diverso e/o stereofonico la somma del segnale dei 2 canali verrebbe eseguita "meccanicamente" dall' altoparlante stesso, mettendo così sotto stress l' equipaggio mobile... e questa è potenzialmente una condizione di lavoro pericolosa per l' incolumità del nostro altoparlante! Di buono c' è che il finale lavora in tutto relax, con un carico di 4 ohm per canale e quindi con un ottimo fattore di smorzamento...
Con le bobine in serie avremo un carico di 8 ohm, quindi nel caso di impiego di un amplificatore stereofonico configurato a ponte il carico "visto" da ogni canale sarà di 4 ohm... quindi ci troviamo con la stessa erogazione di potenza della configurazione precedente ma con gli innegabili vantaggi di avere la somma dei segnali stereofonici a livello "elettronico", con conseguente aumento dell' affidabilità del nostro sub, e di mantenere lo smorzamento del finale allo stesso livello della configurazione stereofonica...
Bobine in serie... l' impedenza scende a 2 ohm e qui vengono i dolori... se utilizziamo un finale stereofonico configurato a ponte questo "vedrà" un carico di 1 ohm per canale e questo non è un carico sopportabile da comuni amplificatori... quindi saremo obbligati ad utilizzare un finale stereofonico ad alta corrente stabile ad 1 ohm in stereo (quindi più costoso) oppure un finale monofonico in grado di sopportare questo carico... un altro parametro critico da tenere in considerazione è lo smorzamento dell' amplificatore che dimezza rispetto ad un carico di 4 ohm ed addirittura si riduce ad 1/4 rispetto ad un carico di 8 ohm (o 4+4 stereofonico...)  Scioccato

Morale della favola, da differenza tra un monobobina da 4 ohm ed uno da 4+4 ohm sta nel tipo di carico offerto all' amplificatore, è possibile fargli erogare più potenza dimezzando l' impedenza offerta ma a scapito dello smorzamento, e quindi alla sua capacità di controllare il moto del cono... e quindi degradando la qualità sonora!
Attenzione però... questo è vero a parità di amplificatore! Il fatto di poter offrire un' impedenza diversa può essere un punto di forza se abbiamo la libertà di scegliere l' amplificatore, ad allora andremo a ricercare un modello che si comporti come vogliamo?

Questo è uno solo dei mille esempi fattibili (esistomi sub a 4 ohm, a 2, 1, oppure da 4+4, 6+6, 2+2, 1+1+1+1... ecc!), spero sia stato sufficiente per chiarire un po' le idee... anche se temo che le stiamo solo incasinando perchè prima avremo dovuto affrontare il discorso dell' impedenza! Capisco che la teoria può sembrare monotona, ma come in tutti i campi è necessaria (credetemi che sto davvero semplificando il tutto a minimi termini per rendere il discorso affrontabile solamente con un po' di buona volontà  Occhiolino) per poter poi comprendere la pratica!!!  Sorriso
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« Risposta #281: 17 Dicembre 2011, 09:12:17 »

Continuiamo?
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« Risposta #282: 17 Dicembre 2011, 10:21:07 »

Certamente, intanto complimenti per i risultati ottenuti: http://www.meganeclub.it/forum/index.php?topic=31619
  sm2259an
« Ultima modifica: 17 Dicembre 2011, 10:21:37 da Omihalcon » Registrato  

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« Risposta #283: 19 Dicembre 2011, 11:43:21 »

Bene... secondo la scaletta che ci siamo prefissati è arrivato il momento di dire 2 parole sul fonoassorbente...

Cominciamo col dire che un altoparlante "mette in moto" l' aria su 2 fronti, ovvero genera una sollecitazione delle molecole dell' aria tramite la facciata anteriore ed una, identica ma di fase contraria, tramite la faccia posteriore...

Nel caso di un altoparlante installato in cassa chiusa, avremo che la faccia anteriore sollecita l' aria dell' ambiente mentre la faccia posteriore sollecia l' aria posta dentro il box... la prima emissione si trasformerà in suono mentre la seconda emissione metterà in moto le molecole dell' aria contenuta nel box, questo trasferimento di energia cinetica viene disperso dall' aria sotto forma di calore (serve che vi spieghi quest' ultima affermazione ?). Come sappiamo l' aria non è comprimibile all' infinito dal nostro altoparlante, per cui nella fase di progetto viene anche tenuto in considerazione questo aspetto ed il risultato è quello di ottenere un box di determinate dimensioni, tali da permettere all' onda posteriore dell' altoparlante di essere totalmente assorbita dall' aria contenuta nel box... pena la riflessione dell' emissione posteriore... che andrà a sovrapporsi a quella anteriore con fase praticamente casuale e "danneggiando" irreparabilmente la risposta all' impulso del sistema...
Considerato questo viene naturale pensare che sarebbe opportuno aumentare la "capacità di assorbimento" dell' aria contenuta nel box, attraverso un sistema che introduca delle perdite controllate e che renda più efficace questo smaltimento di energia... questo sistema è proprio il cosiddetto "fonoassorbente", ovvero un materiale (ne esistono di molti tipi in realtà...) che si faccia carico di tramutare il calore l' energia cinetica dell' emissione posteriore in maniera più efficace dell' aria, ovvero un materiale che a parità di "smaltimento di energia" occupi molto menospazio dell' equivalente quantità d' aria... in questo modo sarà possibile utilizzare box più piccoli...
Adesso capite perchè si dice che il fonoassorbente ha il compito di "far credere" all' altoparlante di essere installato in una cassa più grande?

Questa è l' applicazione nella cassa chiusa... se avete capito il concetto parliamo un attimo dell' uso in cassa reflex!  Occhiolino
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« Risposta #284: 19 Dicembre 2011, 13:22:07 »

....si dice che il fonoassorbente ha il compito di "far credere" all' altoparlante di essere installato in una cassa più grande...

Ma questa affermazione e` solo relativa alla capacita` di smaltire in calore l'energia generata, giusto?
Dal punto di vista prettamente sonoro, il volume visto dall'altoparlante e` sempre solo quello della cassa o viene "visto" anche l'insieme cassa+fonoassorbente?
Supponiamo di avere una cassa "magica" che assorba completamente l'energia posteriore creata dall'altoparlante. In questo caso la resa acustica e` identica con o senza fonoassorbente, giusto?
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« Risposta #285: 20 Dicembre 2011, 09:21:41 »

Il volume "visto" dall' altoparlante è quello della cassa + il volume "virtuale equivalente" concesso dal fonoassorbente...

Se la cassa "magica" è in grado di smorzare completamente l' emissione posteriore allora non ha alcun bisogno di fonoassorbente...
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« Risposta #286: 20 Dicembre 2011, 11:31:30 »

Il volume "visto" dall' altoparlante è quello della cassa + il volume "virtuale equivalente" concesso dal fonoassorbente...

Ma allora, se dai calcoli teorici risulta che un per determinato altoparlante e` richiesto un volume supponiamo di 20 litri, quanto deve essere grande la cassa? Da 20 litri senza fonoassorbente o qualcosa di meno piu` il fonoassorbente?
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« Risposta #287: 20 Dicembre 2011, 12:13:53 »

20 litri abbondanti piu' il volume dell' altoparlante.
Poi se hai bisogno il fonoassorbente e vedo che a volte si mettere anche del materiale che sembra lana/ "zucchero filato",
 sogghigno sogghigno
ma ritengo che sia per correggere nel caso serva ancora un po' piu' di volume alla cassa per questo Adriano ha parlato di:
Citazione
Adesso capite perchè si dice che il fonoassorbente ha il compito di "far credere" all' altoparlante di essere installato in una cassa più grande?

e secondo me non e' neanche possibile quantificare esattamente l' aumento di volume ricevuto dal fono assorbente che inserisci per via dei materiali, poi nella mia ignoranza, c'e' veramente qualcosa tipo una formula sperimentale o una formula "empirica".
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« Risposta #288: 20 Dicembre 2011, 13:02:41 »

20 litri abbondanti piu' il volume dell' altoparlante.

Mmmm.... non ne sono tanto convinto....  Indeciso

....che a volte si mettere anche del materiale che sembra lana/ "zucchero filato"....

Una volta si usava la lana di vetro. E infatti, i vecchi sub che avevo costruito per me e per alcuni amici ne prevedevano nel progetto una certa quantita`. Adesso va di moda un qualcosa che sembra lana acrilica che assomiglia molto allo zucchero filato che dici. Costa un po' di piu` (anzi, parecchio di piu`) ma non e` fastidiosa da usare come la lana di vetro che pizzica le mani, rende tanto quanto e non si consuma con gli anni. L'ho usata per il sub della megane.... peccato che non ho ancora avuto modo di sentire come suona visto che dopo pochi giorni mi si e` rotto l'ampli....  Adirato
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« Risposta #289: 20 Dicembre 2011, 15:31:38 »

Accidenti... pensavo di essermi spiegato al meglio, ed invece state facendo una grande confusione!!!

Allora... spero sia chiaro che serve una certa "quantità" d' aria all' interno del box affinché l' energia generata dall' emissione posteriore del cono venga completamente assorbita senza che essa venga significativamente riflessa dalle pareti interne del box... fin qui ci siamo?
Bene... per forza di cose questa "quantità" d' aria dovrà essere per forza "molta", per cui occorre fare in modo che all' interno del box vi sia una "massa" in grado di assorbire più energia cinetica possibile (per poi trasformarla in calore) e far si che il volume totale del box diminuisca sensibilmente... con l' esperienza, ed ovviamente con l' affinarsi delle tecnologie, si sono sviluppati i cosiddetti prodotti "fonoassorbenti"... ne esistono di vari materiali, ma adesso non ci interessa scoprire quale sia il migliore per i nostri scopi... vorrei che per prima cosa si capisse come agisce!

L' impiego del fonoassorbente deve essere previsto in fase di progettazione, infatti ogni materiale ha un suo indice di assorbimento, ed inserito come costante nelle irrinunciabili fasi di simulazione al PC... prenderlo in considerazione solamente "a cassa fatta" significa non sfruttare le sue caratteristiche al massimo!

Per cui non ha senso parlare di litraggio + o- il fonoassorbente, ma questo componente deve essere considerato parte integrante del box! Diversa cosa è considerare il volume occupato dall' altoparlante... ma anche i software più "stupidi" forniscono un dato "netto" da intendersi privo del volume dell' altoparlante ma anche di qualsiasi altro ingombro interno "rigido"...

Un cenno ai materiali... fate riferimento a quel materiale simile allo zucchero filato, in realtà si chiama "dacron" ed è un materiale composito a base di poliestere che ha un indice di assorbimento sicuramente inferiore alla lana di vetro... ma a differenza di questa non è cancerogeno (l' uso della lana di vetro è illegale da molti anni ormai anche in embito edilizio, se non opportunatamente trattata e/o isolata) ed è ignifugo!!! A parere mio il miglior materiale per la cassa chiusa è l' ovatta naturale, ma come tutti i prodotti realizzati con materie prime naturali è caratterizzata da un costo più elevato di analoghi materiali sintetici ed è anche infiammabile... per cui in auto diventa pericoloso usarla!
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« Risposta #290: 20 Dicembre 2011, 16:44:17 »

Chiaro.
In effetti, a pensarci bene, tutti i sub che ho fatto fin'ora prevedevano da progetto (non ho mai inventato nulla!!) un certo volume della cassa e in tutti era specificato la quantita` e il tipo di fonoassorbente da usare....  Occhiolino
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« Risposta #291: 24 Dicembre 2011, 12:18:13 »

Qualche cenno sull' impiego del fonoassorbente nel bass reflex...

Come ben sappiamo, lo scopo di questo tipo di box è quello di sfruttare l' emissione posteriore del woofer tramite il condotto di accordo... quindi abbiamo tutto l' interesse di non disperderla inutilmente! Sembrerebbe quindi controproducente l' impiego di fonoassorbente all' interno del box, ed infatti al puro fine di ottenere più pressione possibile è proprio così... ma dato che noi stiamo considerando sempre impieghi Sound Quality diciamo che il fonoassorbente ci serve ad altri scopi...

Sappiamo che l' onda posteriore verrebbe in gran parte riflessa dalle pareti del box se questo fosse privo di fonoassorbente, e questa non è un condizione desiderata in quanto molto probabilmente queste riflessioni attraverserebbero il cono riproponendosi con fase fuori controllo rispetto all' emissione principale, peggiorando così la risposta all' impulso (sta sempre in mezzo ai maroni...  :Sorriso). Il nostro obiettivo chiaramente sarà quello di impedire il generarsi di queste dannose riflessioni... e come facciamo? Con del fonoassorbente posizionato sulle pareti interne del box ovviamente !!!  Sorriso

In questi casi il fonoassorbente più indicato è il classico "ondulato", che risulta sufficientemente efficace nell' attenuare l' insorgere delle nostre odiate riflessioni...

Eventuale utilizzo di fonoassorbente a riempimento del box, anche parziale, può essere adottato per inserire delle "perdite" (di energia ovviamente) controllate ini fase di ottimizzazione della resa del sistema subwoofer, magari in seguito ad una realizzazione non perfettamente coincidente con il progetto oppure per correggere interfacciamenti con l' ambiente (baule/abitacolo) non debitamente presi in considerazione in fase di progetto...

Infine, vi dico ciò che rivelo sempre ai miei clienti quando chiedono

Cliente: "Quanto fonoassorbente devo mettere nel mio sub?"
Io: "Q.B. !!!"
Cliente "Q.B. Che?!?"
Io: "Si... è come il sale in cucina... Quanto Basta!"

 Ghigno Ghigno Ghigno
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« Risposta #292: 09 Gennaio 2012, 17:10:41 »

Rieccoci, sono rientrato oggi dalle ferie dopo una quindicina di giorni di "silenzio".
Buon nuovo anno a tutti...  Occhiolino

Che dite.... riprendiamo il nostro amato training?
Per me tutto chiaro sul discorso del fonoassorbente.....
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« Risposta #293: 09 Gennaio 2012, 17:58:55 »

Ok... aspettiamo che si facciano vivi un po' tutti gli interessati e poi facciamo qualche cenno sulle competizioni SPL...
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« Risposta #294: 13 Gennaio 2012, 22:00:51 »

Ci sono ragazzi, e' solo che sono super impeganto e frequento meno del solito!

Scusate l' ignoranza assoluta, ma prima di scrivere per l' SPL:
Manutenzione per i sub Reflex? Necessita visto il tubo? Non si e' mai pensato di mettere una retina davanti al tubo?
Consigliate SEMPRE di impostare il filtro subsonico (passa basso a 20-30hz?).
Cause frequenti di "sconamenti" del sub a che sono dovuti? Cosa bisogna sempre evitare?
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« Risposta #295: 14 Gennaio 2012, 18:37:59 »

Vediamo...

Manutenzione per i sub reflex: niente di particolare... ovviamente dopo molti anni di funzionamento i parametri elettroacustici dell' altoparlante sicuramente tendono a decadere, e questo comporta ovviamente una resa inferiore del sistema subwoofer. Una retina davanti al condotto diventa di fatto un impedimento al moto dell' aria, sempre maggiore più si aumenta la pressione, per cui non è una buona idea... a meno che non se ne tenga in considerazione in fase di progetto  Occhiolino

Il filtro subsonico: è consigliabile prevederne l' uso quando l' altoparlante è di piccolo diametro e/o quando la sua escursione è limitata e/o quando la frequenza di risonanza del box è troppo alta (40-50 Hz almeno).

Se per "sconamento" intendi il cedimento meccanico dell' altoparlante allora la causa principale è aver fatto lavorare l' altoparlante a frequenze inferiori di quella di risonanza, in questo modo l' escursione tende a raggiungere il fine corsa molto rapidamente... se intendi qualcos' altro spiegati meglio  Occhiolino
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« Risposta #296: 14 Gennaio 2012, 22:12:21 »

Ok, Grazie.
Ma la retina che da un aumento di pressione, in che modo sposterebbe la risonanza?

Il filtro subsonico: è consigliabile prevederne l' uso quando l' altoparlante è di piccolo diametro e/o quando la sua escursione è limitata e/o quando la frequenza di risonanza del box è troppo alta (40-50 Hz almeno).

Piccolo diametro e' da 300 in giu'?
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« Risposta #297: 16 Gennaio 2012, 21:17:13 »

Non ho detto che la retina aumenta la pressione... ma che la retina è un impedimento che aumenta il suo effetto man mano che aumenta la pressione... cioè man mano che aumenti il volume.

Se intendiamo riprodurre correttamente le frequenze al di sotto dei 40-50 Hz allora un 10" comincia ad essere piccolo  Occhiolino
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« Risposta #298: 19 Gennaio 2012, 10:29:32 »

Bene... vediamo adesso se il principio fondamentale su cui si basa l' SPL interessa a più di uno...   :Sorriso


Sapete dismi come funziona un diapason???  Fico
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« Risposta #299: 19 Gennaio 2012, 13:33:20 »

Sapete dismi come funziona un diapason???  Fico

Troppo facile come domanda.... per me c'e` un tranello.
Si tira una "bicellata" ad uno dei due "corni" e questo inizia a vibrare alla frequenza per la quale e` stato tarato (solitamente il "La" a 440 Hz). Si appoggia sulla cassa della chitarra e si usa la frequenza generata come frequenza di base per l'accordatura....
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